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Parrocchia
San Martino
Passons

Piazza Della Chiesa,13
33037 Pasiano di Prato
(Udine)
tel.0432-400055

Contatti

Convocazione domenicale
 Ogni domenica il Signore ti convoca al banchetto, insieme ai tuoi fratelli, non lasciare vuoto il tuo posto!           Read More... (Leggi Tutto)

 

 

AI COLLABORATORI CON UN GRAZIE PER IL SERVIZIO PRESTATO

ED UN ANTICIPO PER QUELLO CHE FAREMO!

 

 

 

 

Stimati collaboratori, terminate le “fatiche” delle ferie, stiamo per riprendere le attività pastorali.

Inizieremo nel migliore dei modi: con La Riconciliazione, bagno salutare per scrollarci di dosso tutte le tossine e impurità che inevitabilmente ci hanno contagiato in questi mesi di vacanza (?). In verità per alcuni la vita scorre proprio bene senza farsi mancare nulla (ringraziate ogni giorno il Signore), per altri è un po’ più ordinaria, per gli sfaccendati o egoisti, monotona!

Riprendiamo con entusiasmo. Via da noi stanchezza, malinconia, gelosia, risentimento. Non lavoriamo per il parroco, il diacono, il sacrestano, i parenti, i compaesani, ma per il Signore!

Questo pensiero dovrebbe esaltarci e allontanarci da ogni tentativo di rinuncia o abbandono.

 PERO’, come nella vita, o s’imposta il tutto nell’orizzonte dell’amore o e meglio rinunciare !

 Lungi da noi l’essere condizionati, nel nostro impegno, nella nostra disponibilità, dall’umore, dal pettegolezzo, dal menefreghismo di alcuni.

Ogni cristiano per sentirsi ed essere tale, dovrebbe svolgere un piccolo o grande impegno per la comunità in cui vive indipendentemente dalle preferenze personali alle quali nessuno chiede la rinuncia. Vivere alle spalle degli altri lasciamolo a chi si pensa più sapiente, moderno, avanzato.

Per i più sbadati, ricordiamo alcuni modi di essere vivi nella comunità.

Il più semplice e alla portata di tutti è pregare ogni giorno per la propria comunità…

Partecipare all’eucarestia feriale in cui si prega per sé e per gli altri è “super”…

Collaborare nell’ambito della Liturgia o della Catechesi o della Carità …

Collaborare al decoro della chiesa, degli ambienti dell’oratorio… (ho preso qualche volta la scopa in mano, ho portato qualche fiore per renderla più bella accogliente?)…

Collaborare con le varie Associazioni che hanno come punto di riferimento la Comunità cristiana…

Aggiungiamo l’estro, il genio personale e avremo delle piacevoli sorprese…

Infine, ringraziamo il Signore per quei cristiani, e sono la maggioranza, che impeccabili, imperturbabili, usano quando va a genio o quando hanno tempo, della chiesa, pronti però e disponibili a far notare quello che non va, mentre loro non muovono neppur un dito, non si sporcano le mani, non si coinvolgono minimamente. Costoro sono il test più affidabile per saggiare la profondità della nostra fede che sorretta da una sviluppata spiritualità guarda, osserva, pazienta, usa misericordia, intercede… e non abbandona Colui che con un sorriso ti chiede una mano…

 Aiutiamoci ad essere così!

Don Renato

Passons, 6 settembre 2018

 

PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI 2018

 

 GIOVEDI’ 6, ore 20.30, Riconciliazione

 SABATO 8, ore 20.30, Concerto

 

DOMENICA 9,  

ore 10.00,

Celebrazione eucaristica

ore 15.00,

Vespero e processione

ore  16.30,

Concerto bandistico

 

 

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,

 

Santa Madre di Dio:

 

non disprezzare le suppliche di noi 

 

che siamo nella prova,

 

ma liberaci da ogni pericolo, 

 

o Vergine gloriosa e benedetta.

 

 

 

 

 GIOVEDI' 6 SETTEMBRE 2018

 

BENVENUTO

A RICEVERE IL PERDONO

DEL SIGNORE !

 

CON IL SUO AIUTO,

CHIEDILO ED OFFRILO

ANCHE AI TUOI FRATELLI

 

ORE 20.30 , CELEBRAZIONE COMUNITARIA DELLA RICONCILIAZIONE

 

unzione degli infermi

(un’occasione per riflettere)

 

 13«Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia, canti inni di lode. 14Chi è malato, chiami presso di sé i presbìteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. 15E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati». Gc. 5,13-15

 

Questo testo dell’apostolo Giacomo è posto a fondamento del sacramento dell’Unzione dei malati, sacramento messo ai margini dalla tradizione cattolica perché celebrato quasi esclusivamente in punto di morte.

La pietà umana, il dolore per il distacco dalla persona cara ebbero la meglio sul significato religioso profondo e spiritualmente elevato, di vivere insieme nella preghiera, nella fiducia e nell’abbandono a Dio il difficile e traumatico passaggio dalla vita alla morte.

Salvo rare e plausibili eccezioni, la preoccupazione prevalente era quella umana che portava a tener nascosto il momento finale e consigliava il sacerdote a non farsi capire dall’infermo o meglio ancora ad attendere che non fosse più in grado di sentire e di comprendere quello che gli veniva amministrato.

In questa prospettiva è evidente l’emarginazione di questo sacramento che invece, come tutti i sacramenti, ha lo scopo di procurare la forza, l’aiuto, la grazia del Signore.

Riportare all’origine, il valore ed il significato di questo strumento di grazia sarà un’impresa titanica, ma che dev’essere certamente perseguita con tenacia e costanza.

La sofferenza e la morte sono l’interrogativo, il cruccio più drammatico per ogni uomo, e sono pure la realtà in cui, prima o poi, ognuno si trova coinvolto.

Non corrisponde al vero l’idea che il vangelo favorisca la rassegnazione, l’accettazione passiva, l’ineludibilità basti pensare alle grida d’aiuto dei malati e alle guarigioni operate dal Signore.

Il pensiero cristiano evidenzia un duplice atteggiamento da seguire.

Mentre impegna l’uomo nella studio, nella ricerca, nella scoperta, nel ridimensionamento della sofferenza o della malattia, propone di trasformare la sofferenza inevitabile in occasione per ripensare se stessi,  ripensare al proprio senso di onnipotenza e riconoscere quanto si dipenda o si abbia bisogno degli altri e commutarla in offerta, accettazione, grazia – alcuni santi si sono convertiti da una vita dissoluta, spensierata, egoistica, violenta perché coinvolti in una sofferenza, una disgrazia, una malattia! –  «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Lc.22,42.

La  sofferenza, male misterioso e inevitabile - sia fisica che morale – può essere paragonata ad una massa d’acqua che irruenta precipita dalla montagna. Lasciata libera a se stessa travolge e distrugge tutto quello che incontra nel suo cammino, incanalata e controllata diviene fonte di energia, di vita, di bellezza.

Lo Spirito Santo, appena ricevuto con abbondanza nella Pentecoste, ci illumini, ci ammaestri e ci renda saggi nel trasformare tutto ciò che ci accade in progresso umano e spirituale.

 

TRASFORMARE LA SOFFERENZA IN GRAZIA!

(che annuncio sconvolgente)

 

Per questa santa Unzione
e la sua piissima misericordia
ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.
R. Amen.

E, liberandoti dai peccati, ti salvi
e nella sua bontà ti sollevi.

R. Amen. (Dal Rito del sacramento)

Dalle parole del rito si comprende che il sacramento non è in funzione della morte, ma della malattia grave, della sofferenza. E’ un invocare l’aiuto per affrontare queste situazioni particolari non solo dalla medicina, dai propri cari, ma pure dal Signore, dallo Spirito. Se alla base non c’è la fede nella presenza del Signore, nella sua Provvidenza, nell’abbandonarsi fiduciosi in Lui, c’è il pericolo concreto – come del resto per tutti gli altri sacramenti - di scivolare nella superstizione, nella consuetudine, nella tradizione fine a se stessa.

 

Infine, un appello accorato.

 

Noi siamo maestri di bontà e di sensibilità a parole, mentre nei fatti spesso riveliamo tutta la nostra superficialità.

Gli anziani che abbiamo in casa difficilmente ci chiederanno, in questa occasione o in altre, di essere accompagnati alla chiesa. “Io

non ho il coraggio di chiedere, di disturbarli. Hanno già tanti impegni. Al mattino sono stanchi, lasciamoli riposare!” Queste frasi

le ho ascoltate diverse volte dai nostri anziani.

Nipoti, che spesso da loro siete abbondantemente foraggiati, e figli che avete goduto del loro aiuto fino a quando erano in grado di

offrirvelo,

 

Veramente non siamo in grado di intuire, di percepire questo inespresso

desiderio, questa occasione per loro, di rivedere la propria chiesa e incontrare

quel che resta ancora delle loro conoscenze? Se si, un’alba uggiosa ed incerta

si profila all’orizzonte della nostra società.

 

Con affetto.

Don Renato

 

 

Stimati genitori dei fanciulli di Prima Comunione,

                                                   (riflessione valida per ogni persona di buona volontà!)

          
  

Ecco che cosa abbiamo cercato di fare in questi quattro anni. Ora è giunto il momento di partire! Partire per un lungo viaggio che li accompagnerà fino al  tramonto. Che cosa potevamo suggerire ai bambini? 

Che strumenti offrir loro? Ciò che erano in grado, per la loro età, di comprendere. Ora viene il bello e lo sarà sempre di più, man mano che la vita crescerà con la sua esuberanza giovanile, maturità adulta, saggezza senile.

 

La fede è un dono prezioso che si deve trasformare, arricchire, adattare come la pelle del corpo in un uomo che cresce.

Per far capir questo abbiamo proposto dei semplici paragoni. Tre immagini.

 

1. L’albero di Natale

 

 

Abbiamo offerto la struttura dell’albero cui bisognerà appendere in modo personale, man mano che un bambino cresce, foglie, frutti, addobbi, secondo la propria immaginazione e fantasia, saggezza e maturità.

La struttura sarà forse identica per tutti, ma certamente non l’addobbo.

Per qualcuno nella vita diverrà un’opera d’arte, per altri resterà striminzito, per altri ancora potrebbe seccarsi o diventare un ingombro!

 

 

2. Il portafoglio

 

 

 

Nel portafoglio si mettono i soldi o le carte di credito utili al bisogno. La persona prudente controlla sempre che tutto sia disponibile.

Le cose imparate da piccoli e trasformate in base all’età, sia in comprensione sia in profondità possono, nel momento meno impensato, essere utili e di grande aiuto!

 

 

3. L’attaccapanni

 

Pronto per appendere qualcosa. Ce ne accorgiamo della sua utilità e ci rammarichiamo per la sua mancanza in casa o al ristorante o in ufficio soltanto quando ne abbiamo bisogno.

 

Stimati genitori, sono soltanto degli esempi volti a farci capire l’importanza di aiutare i vostri figli a fornirsi, man mano che crescono, di tutti gli strumenti necessari nella vita. Se volete bene ai vostri figli, come certamente lo volete, sapete che nella vita non tutto è rose e fiori, ci sono momenti di difficoltà, di paura, di solitudine, momenti in cui ci s’interroga sul perché vivere, se ha senso tener duro, lottare o se non è meglio il “carpe diem” (vivi alla giornata). Non preoccupatevi soltanto della salute, dei soldi, della carriera, del successo dei vostri figli. Aiutateli a curare anche lo spirito, l’interiorità, la fede!

E’ un discorso di coerenza che potrebbe trovarci in difficoltà, in imbarazzo, ma è Colui che ama me, voi e i vostri figli a suggerire questo!!!

So che nella Chiesa trovate tante motivazioni di contrasto, di abbandono, di poca coerenza.

Attenti però a non buttar via con l’acqua sporca anche il bambino perché in questo caso il “Bambino” è Lui, Gesù Cristo che ci vuol bene ed è orgoglioso che ognuno di noi si spenda per il bene, il meglio, l’eccezionale. Non fareste così anche voi per i vostri figli?

Fate, facciamo in modo che l’abete, il portafoglio, l’attaccapanni non restino inutili, vuoti, disadorni.

 

Un’ultima raccomandazione:

non lasciatevi influenzare dalla moda, dall’andazzo, dalla maggioranza, dai mas media, dai pettegolezzi paesani, da chi sa tutto, … la vita personale è troppo preziosa e seria per essere affidata con leggerezza ad altri!

Grazie per la pazienza, la comprensione, la collaborazione. Con l’augurio di rivederci ancora senza dover attendere il paradiso, vi auguro buon lavoro nell’attività più preziosa che certamente è stata a voi affidata la maternità e paternità dei vostri figli. Il Signore ci benedica, sia misericordioso, paziente, comprensivo in certe nostre stranezze o voli pindarici che ci riportano a terra con le ossa malconce.

Con simpatia.

 

Don Renato – parroco

 

Come sempre, un commento, un cenno di risposta, un “ci sono” mi farà molto piacere.

 

 

 

La comunità invita a partecipare e a gioire insieme domenica:

 

 

 

6 maggio:

   

ore 10.00 - eucarestia e sacramento del Battesimo

 

 

13 maggio - SOLENNITA' DELL'ASCENSIONE

ore 17.00 - Riconciliazione dei bambini di IV elementare

 

 

20 maggio - SOLENNITA' DELLA PENTECOSTE

 

ore 10.00 - eucarestia e Prima comunione dei bambini di V elementare

 

 

27 maggio - SOLENNITA' DELLA SS. TRINITA'

ore 10.00 - eucaristica e sacramento dell'unzione degli infermi

 

 

3 giugno - SOLENNITA' DEL "CORPUS DOMINI"

ore 10.00 - eucarestia e festa dei Lustri matrimoniali

 

 

 

 Lo Spirito Santo trovi in noi il terreno fertile per far crescere in pienezza e consapevolezza i germi della fede

e faccia di noi dei seminatori che distribuiscono a piene mani le meraviglie del Signore!

 

 

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