QUARESIMA: OCCASIONE DA NON PERDERE
Tutti oramai, siamo informati sulla distinzione tra fede e religione. Due realtà che riguardano lo stesso argomento, che vanno armonizzate e vissute in contemporanea.
La fede.
E’ il rapporto intimo, specifico, profondo personale che il cristiano ha con Dio.
La religione.
E’ l’esternazione di questo rapporto. Esso è fatto di atteggiamenti, manifestazioni, gesti visibili a tutta la comunità.
Attenzione!
La prima senza la seconda non può esistere; è pura illusione, costruzione mentale.
La seconda invece può esistere anche senza la prima. Diviene soltanto gestualità, tradizione, invocazione, preghiera, in cui in profondità esiste il vuoto, non si trova nessun rapporto.
Ciò è simile all’amore umano che consiste prima di tutto in un sentimento profondo dell’animo, ma che esige di essere manifestato visibilmente.
Il visibile semplicemente, invece, può essere soltanto inganno, mendace paravento per illudere l’altro, per far apparire quello che in definitiva non c’è.
Noi cristiani vogliamo far crescere in armonia e verità, entrambe le realtà.
Da qui nasce l’esigenza di un rapporto più intenso, di un guardarsi negli occhi con Dio, di un intendersi sempre più profondo, amorevole, bello, di un comprendere quello che ancora non va, quello che manca a un affetto e a una sequela sincera. Intuire!
Sarà un cammino personale che soltanto il soggetto o le persone – generalmente il confessore – con cui si vuole comunicare, lo potrà conoscere.
Quest’impegno personale, particolare in questo tempo speciale della quaresima, non può prescindere dall’esteriorità. Dal cammino insieme con gli altri. La visibilità fa parte della garanzia della buona e retta intenzione.
Fratello, il diavolo è già attrezzato a farti perdere quest’occasione. A impedirti un’interiorità che ti faccia riconoscere che molto spesso stai viaggiando nella religione, non nella fede.
Perché noi cristiani siamo spesso così incoerenti? Perché la proposta che il Signore ci fa è “dura”?
Sì, anche, – però Dio ci offre tutte le attrezzature per affrontarla – ma il vero motivo è che noi non ci mettiamo a tu per tu col Lui, pensiamo di parlare al vento, non sentiamo l’Altro che ci dice: “Ma che uomo sei? Se prometti qualcosa, lo devi mantenere! Sappi che Io ho bisogno di te. Se mi metti davanti tanti impegni, difficoltà, vedremo…, forse…, come posso fidarmi e contare su di te?”
Se un bambino non cresce in base all’età, corriamo immediatamente dal pediatra, dallo specialista per scoprire dove sta l’inghippo; se restiamo nani a livello spirituale, o non ci accorgiamo neppure o non c’è in noi molta fretta di togliere la strozzatura!
Fratelli, proviamo, proviamo insieme, ad uscire da questa palude. Camminare sulla terra ben solida è tutt’altra cosa, lo testimoniano tutti quelli che ci sono riusciti.
La fede è un lasciapassare tra i più preziosi che si possono possedere nella vita: non perdiamolo, non nascondiamolo in un cassetto, ma sia sempre bello, lucido, pronto ad esibirsi in qualsiasi situazione bella o difficile che la vita ci pone davanti.
Questa è vera Quaresima. Tutti gli altri riti, tradizioni, digiuni, pellegrinaggi trovano senso, utilità, se sono finalizzati a quanto detto in queste poche righe.
Non comportiamoci con Cristo, mentre viviamo questi tragici avvenimenti, come stiamo facendo, in tantissimi casi di disgrazie improvvise: un gran parlare, un accorrere, un meravigliarsi, un essere scioccati, impressionati, commossi, solidali, partecipi, poi, sigillata la tomba, ognuno torna a casa sua e tutto scorre come prima.
Aiutiamoci. Buona Quaresima!
don Renato- parroco