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Ritiro

RITIRO SPIRITUALE

 

Spieghiamo i due termini:

Ritiro, significa appartarsi, fermarsi per riflettere, pensare, fare un bilancio…

Spirituale, significa che riguarda lo spirito, l’anima, l’interiorità, il proprio rapporto con Dio..

 

Questo appartarsi, vista l’importanza della motivazione, non può essere breve, fatto per caso, pensando ancora alle faccende di casa, del lavoro, degli impegni quotidiani.

 

Noi cristiani, non siamo stati educati a questo e se abbiamo avuto qualche esperienza é in gioventù, in funzione della comunione, della cresima o dell’essere parte di qualche associazione.

 Madonna

Il ritiro, invece, dovrebbe essere una pratica naturale, da svolgersi alcune volte all’anno e per tutta la vita.

 

Basti pensare ai giocatori che si ritirano non per fare vacanza o contemplare la bellezza del luogo, o dell’hotel, ma per prepararsi a VINCERE !

 

VINCERE. Che bel verbo, che non comporta necessariamente competizione, imbroglio, sgambetto all’altro, ma che diviene volontà di superamento delle difficoltà, delle contraddizioni del carattere, della pigrizia intellettuale e morale della persona.

 

Che fortunati noi cristiani, sollecitati a questi momenti, invitati a queste occasioni, ma purtroppo in altre faccende affaccendati!

 

Quanti cristiani reputano la fede in Dio come palestra per il proprio progresso umano e spirituale? Quanti riconoscono la fortuna di un simile Allenatore?

 

Quanto è vera l’espressione triste di Gesù: “gli uomini sono come pecore senza pastore, alla mercé di mercenari i quali non hanno a cuore le pecore. Viene il lupo ed essi fuggono, invece di difenderle, perché a loro non interessa minimamente le pecore, ma il salario”.

 

Io sono il buon Pastore, ma le pecore preferiscono proposte più luccicanti, pascoli artificiali, acque sofisticate …

 

Tuttavia: 20Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”.Ap. 3.

 

Stimato lettore, se leggi questi appunti ed hai la fortuna di essere illuminato dallo Spirito, trova il tempo per rientrare in te stesso, per partecipare, ogniqualvolta ti viene offerta l’occasione.

 

Oggi, per moltissimi, forse anche per te, pur partecipando alle varie “cerimonie”, il Natale è ritornato ad essere la festa pagana del “Sol invictus”.

 

Perché ci sorge questo sospetto? Per il semplice fatto di osservare come tantissimi sono indaffarati a preparare addobbi, luci, presepi, - persino le Autorità civile riservano un budget per luminarie, musiche, zampogne, non parliamo poi dei commercianti…

MercatinoMentre la preparazione – la preghiera, la partecipazione all’eucarestia,  

la riconciliazione – per accogliere il Bambino, per molti non esiste proprio, per altri sembra ridursi al momento della Messa di mezzanotte o ad altre brevi riflessioni…

Sarà una conseguenza naturale poi, che all’Epifania, che tutte le feste porta via e tutto ciò che ad esse era collegato, ci risveglieremo alla realtà, il sogno avuto per una quindicina di giorni, di vivere in un mondo magico, pieno di illusioni, gesti di pace, di fratellanza, svanirà.

 

 

E  il Bambino? Quale Bambino? E l’accoglienza? Quale accoglienza?

 

Mi  auguro e prego perché non sia questa anche la tua situazione! Buon Avvento.

don Renato - parroco

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