in attesa della PENTECOSTE
VEGLIA PASQUALE
Complimenti a tutti quelli che hanno partecipato alla Veglia nel cuore della notte. E’ stato un segno concreto di aver percepito, assimilato e concretizzato il motivo vero dell’attesa. L’attesa ha dentro di sé un certo sentimento di apprensione, paura, trepidazione poiché potrebbe non accadere quello che sto aspettando.
Il canto solenne dell’”Exultet”invece, ha fugato ogni paura, ripagato ogni sacrificio e attesa. La risurrezione di Gesù Cristo è un fatto sconvolgente che non interessa soltanto la sua persona, ma un avvenimento che coinvolge anche tutti noi.
La vita non si esaurisce con la morte del corpo, ma prosegue in Cristo in attesa che anche il corpo, alla fine, si ricongiunga al suo spirito per stare sempre con Dio.
La risurrezione del Signore inoltre dà un senso di fiducia, di serena speranza sull’essenza della persona, del suo essere, del suo destino, oggi, bersagliati sempre più da dubbi, interrogativi, contraddizioni, incertezze, nuove sorprese.
Mi riferisco all’andazzo crescente di ridurre l’uomo ad un ammasso di cellule, di processi chimici, di automatismi, di determinismi in cui le parole responsabilità, volontà, merito, conversione sono conseguentemente svuotate del loro senso e significato. C’è poi un fatto psicologico, nella veglia notturna. Il silenzio, la notte, il mistero. Questo accade anche nella nostra vita privata, le emozioni più intime e profonde sono avvenute di solito lontano dalla confusione, dal clamore, dalla massa, nell’intimità.
PENTECOSTE
(ATTESA DELLO SPIRITO SANTO)
Ora, come il cibo che, in abbondanza, abbiamo messo in bocca e digerito deve essere assimilato perché diventi nutrimento, energia, forza di vita così sarà lo Spirito Santo a consolidare la nostra fiducia, adesione, impegno nella sequela del Risorto. Sarà Lui il nutrimento per divenire coraggiosi annunciatori del vangelo, discepoli appassionati per l’oggi, nella nostra famiglia, comunità, ambiente di lavoro, tra gli amici…
Prepariamoci, in questi 50 giorni che ci separano dalla Pentecoste, come lo abbiamo fatto - anzi meglio se fosse possibile - nella quaresima in attesa della Pasqua.
Un esempio lo abbiamo negli apostoli che nel momento di maggior bisogno del loro Maestro si sono rivelati codardi, paurosi, sono scappati, ma poi,
irrobustiti dallo Spirito Santo
non hanno esitato a spandersi per le vie del mondo, in situazioni spesso ostili, ed hanno sigillato il loro amore al Signore, senza alcuna paura di affrontare la morte.
Noi ci auguriamo che il Signore non ci chieda tanto, ma un po’ più di coraggio ed entusiasmo questo sì!
Con affetto. don Renato
VIENI, SANTO SPIRITO
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto;
dolce ospite dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido.
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona eterna gloria.
Amen. Alleluja!
Da recitare ogni giorno, almeno da soli, ma possibilmente insieme.
Non solo io, non solo tu, ma tutti, la famiglia, la comunità, gli amici, il mondo intero hanno – abbiamo – bisogno dello Spirito Santo!