Il campanile di san Nicolò di Forgaria nel Friuli
“Chissà se qualcuno, passando da queste parti, in una Forgaria completamente ricostruita, rinnovata, abbellita ed accogliente, avrà compassione di questo “quasi aborto” in cui si trova la mia situazione facendosi promotore per riportarmi, non dico all’antico splendore, in cui slanciato ed elegante, proteggevo la secolare chiesetta di san Nicolò, ma almeno ad una situazione decorosa, decente e degna del mio servizio?
Ho resistito all’onda distruttrice del terribile terremoto, ma niente ho potuto contro la furia umana demolitrice ed insensata - politica adottata da molti nei primi tempi del post-terremoto - (avrebbe qualcosa da dire anche il mio collega di Osoppo e probabilmente altri di cui non sono a conoscenza).
Purtroppo, presi da esigenze più impellenti e giustificate, nessuno ha pensato né a me né alla chiesetta, forse perché i progetti erano ben più devastanti: sbancare la collinetta in cui eravamo costruiti, per rendere più agevole la ricostruzione delle case attorno a noi!
Per fortuna, la Soprintendenza ad un certo punto ha deciso di ricostruire l’antica chiesetta, anche per collocare all’interno un prezioso altare, salvato perché altrove, in restauro. Per me niente, non una domanda alla Regione, futuro appiglio per un diritto, non un progetto, non una riconoscenza per il servizio prestato. Costruito nel ’58, un po’ per rivalità alla borgata centrale, un po’ per far giungere il mio scampanio fino alle borgate lontane, non raggiungibili dal campanile della parrocchiale, contribuivo ad accompagnare col suono, i momenti belli e tristi della comunità, scandendo pure, all’ora e alla mezz’ora, il tempo che segna lo scorrere della giornata.
Ora, un po’ mi vergogno e un po’ mi rammarico per la situazione di abbandono in cui mi trovo, circondato da belle case, strade scorrevoli, giardini ed orti ben coltivati e non ci tengo né sono orgoglioso di essere l’unico reperto a ricordare quello che trentanove anni fa è qui capitato.
Il prossimo anno ricorre il quarantesimo anniversario del terremoto: potrebbe essere un’ottima occasione per por fine a questa mia deprimente situazione, riportando al giusto posto sia l’orologio che le campane, pronti a riprendere il loro servizio!
Ci sarà, vicino o lontano, qualche Ente, pubblico o privato, qualche Associazione, qualche benefattore che, per orgoglio o per interesse o per riconoscenza – nelle disgrazie c’è sempre chi si arricchisce – prenderà a cuore questo mio desiderio?”
Renato Zuliani