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Per riflettere

INVITO ALLA RIFLESSIONE

 

Fermarsi un po’, appartarsi, immergersi nel silenzio, riflettere sul senso delle cose, interrogarsi su che orientamento ha la nostra vita è, oggi più che mai, impresa quasi impossibile, fortuna di pochi, grazia per eletti.

Non abbiamo tempo! Abbiamo tante cose da fare! Facile per lei che non ha famiglia! Non ha impegni! Farò quando finalmente sarò in pensione!

Queste affermazioni, che sembrano legittimare i nostri comportamenti, rivelano invece la scarsa considerazione, il livello scadente del valore che noi attribuiamo allo spirito, a Dio, alle cose trascendenti, al fine ultimo della nostra vita.

“Avevo un altro impegno”. Quante volte ho sentito questa frase a giustificazione di un mancato appuntamento, di una presenza sfumata.

Lo so che avevi un altro impegno, ti credo, sono convinto che dici il vero, ma questo appesantisce ancora di più il dispiacere, la delusione, la tristezza al pensiero che per te, come del resto per tanti,

 

Dio è veramente all’ultimo posto, se  poi c’è ancora posto per Lui !

 

Il diavolo ci “frega” e con il vangelo alla mano…

 «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» Mt. 25.

 Con queste e simili argomentazionici tuffa a capofitto nelle attività sociali, caritative, altruiste, ma si guarda bene dal ricordarci che nel vangelo c’è anche

 15… e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. 16Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare. Lc. 5,16

12In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Lc 6,12

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Mc1,35

23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. Mt 14.23

 o altri passi

«non cessate mai di pregare»1 Tess. 5,17

«siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alle preghiere»1 Pt. 4,7

«perseveranti nella preghiera»Rom. 12,12

«perseverate nella preghiera, vegliando in essa con ringraziamento»Col. 4,2.

 né il brano evangelico

 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore, aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete». 26Allora comincerete a dire: «Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». 27Ma egli vi dichiarerà: «Voi, non so di dove siete».

Lc. 25

 

L’INTIMITA’ CON LUI

 

Questa caratteristica, del resto fondamentale, non si conquista né col correre, affannarsi, produrre né con il credere di essere indispensabili, insostituibili, ma col “sostare”, “contemplare”.

Non riconoscere la signoria di Dio che ci suggerisce di coltivare quello che di più bello c’è in noi: i sentimenti, i rapporti familiari, gli amici, la comunità, come pure l’accorgerci e godere delle cose che ci circondano dalla natura, alla musica, ai paesaggi, alle cose che l’uomo stesso, nel tempo, ha saputo inventare, perfezionare ci porterà, alla fine - e Dio non voglia! - a sentirci dire:

“Chi sei? Non ti conosco. Forse hai sbagliato casa”. “Non è possibile - risponderai - perché io ti ho frequentato tutte le volte che potevo…” e Lui ci ricorderà la favola di Pippo:

 “Vuoi che ti sveli un segreto? Quando non trovavi il tempo per partecipare agli incontri formativi, alle liturgie, ai ritiri o le celebrazioni ti sembravano lunghe, le prediche noiose, le preghiere ripetitive sai perché accadeva tutto questo? Perché non mi sentivi vicino, non avvertivi la mia presenza. Non avevi niente da raccontarmi né ti interessava ascoltarmi, mentre io avrei avuto tante emozioni e cose da comunicarti, favori da chiederti!

Questo è il vero motivo della tua insofferenza e di conseguenza, tutto ciò che ti circondava ti sembrava pesante, insopportabile, alieno!”

Dalla favola di Pippo.

 Che astuto il Tentatore! Altro che non esiste!

In questo tempo d’avvento ci fa fare di tutto e di più. Presepi, alberi di natale, addobbi, mercatini solidali, raccolte umanitarie, incontri con anziani, cori religiosi e profani, pranzi in famiglia, ritrovi in amicizia, svaghi e meritato riposo, tutte cose belle, umanamente gratificanti, ma la finalità è

 

CHE NON AVANZI TEMPO DI STARE CON LUI !

 

Ecco la “fregatura” tanto più perniciosa perché ignari di esserci incappati.

 L’Emmanuele chi troverà ad aspettarlo? La notte di Natale, come da tradizione, - magari un po’ alticci o appesantiti dal cenone – vedrà una chiesa piena! ma già al mattino la presenza sarà rarefatta. E poi?

 Ci sarà un gruppetto che l’accoglie, dopo averlo atteso con trepidazione per tutto l’avvento e che si metterà a sua disposizione per nella missione che viene a proporci?

Certamente sì, il gruppetto ci sarà, ma a sua volta, insidiato da un grande pericolo quello dell’individualismo, dell’intimismo.

Gesù verrà a trovarsi come quei bambini che vivono situazioni familiari difficili: palleggiati nei week end o in altre circostanze, da un affetto all’altro senza stabilità, consistenza, solidità privi di un nucleo da cui l’amore, a raggiera, possa crescere ed espandersi, abbracciando sempre più persone, idealmente, l’umanità intera.

 Cristo ha bisogno di discepoli che sposino seriamente la sua missione, che facciano squadra, che si mettano in gioco anche sacrificando un po’ affetti, premure, urgenze personali a favore degli altri.

 Diversamente, il natale sarà soltanto un’emozione, una pausa, un attimo che si dissolverà con la stessa velocità con cui si ripongono gli addobbi, si consumano i regali, si esauriscono gli auguri.

 Stimatissimi, non perdiamo quest’occasione, cogliamo l’appello, mettiamo a disposizione le nostre energie e, con l’aiuto di Lui e di tutti gli uomini di buona volontà, vedremo sorgere un’alba nuova, luminosa che metterà al bando tristezze, delusioni, rassegnazioni, sconforti.

 

Buon Natale

 

Con simpatia, don renato.

 

 

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